lunedì 28 maggio 2007

Caché - Niente da nascondere

"Caché" ("Nascosto", tradotto malamente nel suo contrario "Niente da nascondere") di Michael Haneke, regista viennese qui alle prese con una storia di ambientazione francese, è uno di quei film che mentre li guardi ti chiedi come mai non stia succedendo nulla e guardi l'orologio ogni dieci minuti, ma quando hai terminato la visione cominciano a scavarti dentro come talpe.

Interpretato dai perfetti Daniel Auteuil e Juliette Binoche, inizia come un thriller e finisce in un incubo dal quale difficilmente i protagonisti potranno mai uscire. Un ritratto ultraborghese alla Chabrol ma se possibile ancora più crudele, un intervento a cuore e cervello aperti, eseguito senza anestesia.

L'occhio che osserva il protagonista Georges Laurent, un conduttore televisivo con una famiglia dove nessuno sa niente degli altri e apparentemente non succede nulla di rilevante, è quello di una videocamera, piazzata davanti a casa sua da mano ignota. Qualcuno gli recapita i nastri con le registrazioni, accompagnati da disegni infantili di bimbi che sputano sangue. Laurent e la moglie sono nel panico. Cominciano i sospetti, le bugie, il figlio scompare ma in realtà non è successo nulla, o forse qualcosa è successo? I bambini ci guardano.

Le videocassette, prova evidente che qualcuno lo osserva da vicino, obbligano Laurent a ricordare fatti sepolti vivi nella memoria, a togliere il velo di ipocrisia dai suoi gesti quotidiani, a mettersi a nudo anche con i superiori. Uno dei nastri riprende la casa dell'infanzia di Laurent e pian piano qualcosa comincia ad emergere dal passato.
Gli anni '60, i fatti di Algeria sullo sfondo, la famiglia di Laurent che voleva offrire un futuro ad un piccolo orfano algerino, la gelosia del figlio legittimo e un gesto di incosciente infantile crudeltà. Forse chi spaventa Laurent ha a che fare con quella storia lontana, forse è una vendetta o forse solo il tentativo di scuotere Laurent e la società che lo rappresenta dall'apatia.
Non ci potrà mai essere integrazione finchè ci difenderemo dagli altri, dai diversi considerandoli dei senza valore, o semplicemente rimuovendoli dalla coscienza, come l'anziana madre di Laurent (uno straordinario cameo di Annie Girardot).

Ciò che Laurent vuole, una volta riesumato il cadavere del passato è riseppellirlo al più presto, difendere la sua ottusa tranquillità borghese, tornare nella sua casa dalle pareti imbottite di libri, difendere la sua coscienza dal senso di umanità. Nemmeno l'assistere ad una scena sconvolgente e totalmente inattesa, ripresa in diretta dalla stessa videocamera come in uno snuff-movie, scuoterà il suo cinismo.

Haneke, con la scientificità di un anatomopatologo, fa l'autopsia alla nostra società, al nostro benessere materiale ma non morale, ai conti aperti con il passato. Non ci rivela chi ricatta Laurent ma l'ultima scena può forse farci intuire che la storia non è finita ma si protrarrà per le generazioni future. Voto 8.

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